post-title Punto e accapo – Disturbi Specifici d’Apprendimento: l’importanza di una zona cuscinetto 2013-11-06 17:02:54 yes no Autore

Punto e accapo – Disturbi Specifici d’Apprendimento: l’importanza di una zona cuscinetto

L’insegnante vede un allievo in difficoltà e informa la famiglia: “È molto lento nella lettura”. “Non riesce a star dietro al dettato”. ”Non riesce a incolonnare in modo corretto le operazioni”. “Non comprende il testo letto”. “Non sta mai fermo”. “Inverte le lettere nella lettura e scrittura”. “Non riesce a scrivere nelle righe del quaderno”. […]

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L’insegnante vede un allievo in difficoltà e informa la famiglia: “È molto lento nella lettura”. “Non riesce a star dietro al dettato”. ”Non riesce a incolonnare in modo corretto le operazioni”. “Non comprende il testo letto”. “Non sta mai fermo”. “Inverte le lettere nella lettura e scrittura”. “Non riesce a scrivere nelle righe del quaderno”. “Sarebbe opportuno rivolgersi a un professionista e fare dei test”.

Nella mente dei genitori la nebbia e nella pancia il tumulto: “Cosa facciamo ora?”

“Innanzitutto, l’intera famiglia deve rilassarsi”, afferma la psicologa Loredana Leuce, esperta in Disturbi Specifici d’Apprendimento o DSA. “Può sembrare un controsenso, perché si percepisce l’urgenza di intervenire al più presto e al meglio, così da alleviare il disagio del figlio. In realtà, è proprio in un momento così delicato che i genitori devono respirare e mettersi in ascolto: delle emozioni proprie e di quelle del bambino”.

Quando ci si confronta per la prima volta con un DSA, è come se si aprisse un nuovo capitolo della crescita personale e familiare. Si può decidere di affrontarlo tutto d’un fiato, sperando di giungere in fretta alla fine. Così facendo, però, si rischia di perderne i passaggi chiave, nella forma di aiuti provenienti dal campo legislativo, educativo e didattico. Al contrario, si può scegliere di leggerlo insieme, accompagnati da un esperto con l’aiuto del quale soffermarsi sui punti più delicati. “Sembrerà banale, ma i genitori hanno bisogno di capire cosa significa DSA e quali sono i passi da compiere per gestire al meglio questo genere di disturbo. Esiste una legge che tutela i bambini e i ragazzi con DSA, ed è fondamentale che famiglia e scuola ne conoscano i dettagli. Oltre a ciò, il primo passo da compiere riguarda l’aspetto emotivo-relazionale. Bisogna rinforzare l’autostima e la motivazione. Nella maggior parte dei casi, infatti, il bambino si sente incapace e non competente. Così nascono i comportamenti disturbanti in classe e il cattivo rendimento, per arrivare persino a una dispersione scolastica”, spiega Loredana Leuce.

Qui entra in gioco la figura dello psicologo, che spiega la natura del disturbo, rassicura e illumina il percorso da compiere insieme, fornendo al ragazzo i mezzi necessari per crescere, formarsi e affrontare la carriera scolastica e professionale. “È necessario che l’esperto incontri anche gli insegnanti”, precisa Loredana Leuce. “Condividendo gli obiettivi e collaborando con le istituzioni scolastiche, si viene a creare, attorno al bambino, una zona cuscinetto formata da scuola, famiglia e psicologo. In questo modo, e con i giusti strumenti, riuscirà a percorrere il suo cammino al pari dei coetanei”.

L’esperto in DSA raccoglie le informazioni sul disturbo specifico ed è in grado di indirizzare la rieducazione grazie all’ausilio di altri specialisti: “La disgrafia, per esempio, è lo specchio di una problematica anche a livello motorio. Da qui, accanto al grafoterapeuta, è molto utile l’intervento di uno psicomotricista. Il primo rieduca alla scrittura, curando la postura, migliorando l’impugnatura della penna e la motricità fine. Il secondo aiuta a raggiungere una piena consapevolezza corporea, lavorando sul ritmo, la coordinazione e l’armonia tra mente e corpo. I disturbi del linguaggio vengono affrontati insieme al logopedista, mentre la ricerca scientifica ha messo in evidenza il collegamento tra l’alimentazione e i disturbi d’iperattività e deficit d’attenzione (ADHD). Il consulente alimentare è in grado, dunque, di impostare una dieta personalizzata, con cibi da evitare o da sostituire, per raggiungere l’equilibrio necessario a ridare serenità al bambino e al resto della famiglia”, aggiunge Loredana Leuce.

Trovare un’unica figura di riferimento che sappia tessere una rete di servizi cui appoggiarsi con fiducia è fondamentale per i genitori, ma soprattutto per i ragazzi, che si sentono capiti e supportati da ogni punto di vista. In seguito, una volta che figlio, genitori e scuola avranno preso coscienza e riempito il proprio baule con gli strumenti necessari, sarà arrivato il momento di procedere serenamente e in autonomia nel cammino della vita.

Il Team di Associazione PuntoUno





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Commenti (3)

  1. Rita Villella

    Bello! Credo che veramente i genitori, ma anche i bambini, si sentano smarriti davanti ad una diagnosi di DSA . Spesso vengono interpretate come una malattia o addirittura come un handicap. La psicologa serve proprio per sgomberare il campo da questi pregiudizi spiegando che sono solo dei disturbi e come tali vanno affrontati, con serenità, ma anche con serietà e tempestività .

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