Estate. Montagna. Maurizio e io ci prendiamo un paio d’ore per scalare un salitone con le nostre mountain bike.
Niente di immane, ma non siamo particolarmente allenati e neppure particolarmente giovani. Dieci chilometri di pendio, per noi, sono una sfida interessante.
Partiamo.
Mau ha un ritmo un po’ più lento rispetto al mio, perciò gestisco la furia agonistica e impongo alle mie gambe una cadenza più blanda. Fatico, certo, ma non spremo il mio sistema corpo-mente come faccio solitamente quando inforco la MTB.
Lentamente, mi accorgo di scivolare in uno stato di assenza di sforzo. Il respiro si regolarizza, entro nel movimento ripetitivo delle gambe e, dentro questo gesto ipnotico, mi “risveglio”. Il ritmo è quello giusto per il mio corpo; sto salendo in maniera rilassata, abbandonata, con un ascolto profondo sia del corpo sia del respiro. Sono entrato nel cerchio dove pedalare non equivale a consumare, ma a conservare nel movimento uno stato di equilibrio sospeso.
Risvegliarsi a se stessi, essere coscienti e padroni dei propri mezzi, essere partecipanti attivi dell’energia vitale… Ma questi sono i fondamentali dello Yoga!
Rilassamento nello sforzo, respiro espanso, consapevolezza estrema del proprio corpo e delle dinamiche praniche (dell’energia vitale): sì è proprio Yoga applicato!
Simone