“… lo senti che è il centro di questo ingranaggio continuo, confuso e vivente” (F. Guccini)
Noi occidentali associamo spesso l’attività creativa all’invenzione e alla risoluzione di problemi. Le culture asiatiche, invece, hanno per tradizione una diversa prospettiva:
la creatività proviene da una fonte più profonda che non il pensiero innovativo.
Il pensiero, infatti, è considerato uno dei sensi e, come tale, è limitato.
In Asia, una delle immagini usate metaforicamente per fare riferimento alla creatività, è l’acqua. L’acqua si adatta a tutte le circostanze in cui viene a trovarsi: scorre in un fiume, ma se incontra una roccia le passa attorno. Se porti una tazza al fiume e la riempi, l’acqua si adatterà immediatamente e in modo perfetto al recipiente.
La mente creativa è simile all’acqua: è limpida e fresca, è sensibile e reattiva alle circostanze, ed è capace di riflettere. La creatività è un aspetto potenziale della personalità, che chiunque sia in grado di agire e pensare possiede sin dall’infanzia. Rendere la propria mente creativa significa, però, essere capaci di porsi sempre degli interrogativi, senza precludersi nuove strade con risposte preconfezionate; concedersi la possibilità di indagare nuovi confini; significa, inoltre, essere disponibili all’ascolto. Una mente creativa, infine, è capace di vivere il dubbio e il cambiamento come possibilità.
Essere creativi, allora, equivale soprattutto a “pensare con la propria testa” e “creare con le proprie mani” ponendo particolare attenzione al processo creativo stesso, più che al prodotto finale.
Rachele e il Team di Associazione PuntoUno